Psicoterapia

La Psicoterapia psicodinamica

La psicoterapia psicodinamica o “ad orientamento psicoanalitico” rappresenta una delle forme di psicoterapia più conosciute e diffuse nei paesi occidentali.

Il suo modello teorico e le sue metodologie derivano dalla psicoanalisi con cui condivide: l’assunto che gran parte della vita mentale è inconscia e che le esperienze infantili precoci svolgono un ruolo fondamentale nel permeare e plasmare la vita psichica dell’adulto; la profonda attenzione all’inte­ra­zio­ne terapeuta-paziente; l’uso delle interpretazioni del transfert e delle resistenze per rendere consape­vo­li i pazienti dell’utilizzo di determinati meccanismi di difesa; l’esplorazione di quegli aspetti del Sé del paziente che, non ancora comple­ta­mente conosciuti, possono influenzare le sue relazioni attuali e/o favorire l’eventuale com­parsa di sintomi psicopatologici; la tensione verso il raggiungimento di livelli più profondi di insight e di comprensione delle dinamiche del proprio mondo interno da parte del paziente.

Gli obiettivi

Un concetto fondamentale che orienta la terapia psicodinamica è quello di mentalizzazione, cioè quella capacità che permette alla persona di concepire i propri stati mentali e quelli degli altri (bisogni, desideri, emozioni, credenze, sentimenti, obiettivi, intenzioni e motivazioni) come spiegazioni del proprio e dell’altrui comportamento.

Il suo sviluppo è strettamente connesso alle vicissitudini relazionali che hanno caratterizzato i primi anni di vita ed è volta a garantire la capacità di formulare ipotesi circa i pensieri e le emozioni presenti nella mente altrui, così da comprenderne il comportamento in termini di affetti e pensieri.

La mentalizzazione è indispensabile per l’auto-organizzazione e per la regolazione affettiva ed è anche necessaria per la comprensione delle proprie esperienze mentali, soprattutto se coinvolgono emozioni intense. Il contributo del terapeuta psicodinamico mira quindi a sviluppare e ad affinare la capacità di mentalizzare del paziente, al fine di migliorare la percezione e la comprensione di quanto avviene nella mente dell’altro e di rispondere di conseguenza.

Un secondo importante obiettivo della terapia psicodinamica è quello di aiutare il paziente a rior­ga­niz­zare le esperienze della sua vita, così da creare nuovi nessi e legami di conoscenza (Bion, 1962) tra avvenimenti fino a quel momento slegati e non connessi. In questo caso il terapeuta guiderà il paziente nell’esplorazione di quegli aspetti del Sé che non sono ancora pienamente conosciuti o compresi e lo aiuterà a descrivere e ad esprimere attraverso le parole i propri stati d’animo, i sentimenti, i vissuti e tutte quelle esperienze problematiche che il paziente non è stato capace di riconoscere, affrontare e interpretare da solo.

Un tale percorso consiste nel rendere manifesti bisogni e desideri spesso inconsci, nell’andare oltre le categorie del pensabile già conosciute, nel percorrere strade psichiche sconosciute e nel “rendere pensabile il conosciuto non pensato” (Bollas, 1989).

In ultimo, l’obiettivo della psicoterapia psicoanalitica non si riduce alla semplice remissione dei sintomi ma tende a favorire nel paziente la ricerca dell’autenticità e della verità riguardo a se stesso, a sviluppare la capacità di esprimere al meglio il proprio talento, a tollerare ed esperire una più ampia gamma di affetti, a raggiungere un maggiore appagamento nell’intimità relazionale e nella sessualità, a comprendere meglio se stesso e gli altri, ad affrontare i cambiamenti e le sfide della vita con una maggiore libertà interiore e una più efficace flessibilità.

Il setting

Nella psicologia clinica il setting rappresenta lo scenario dell’incontro terapeutico, il luogo all’in­ter­no del quale il processo terapeutico può prendere vita e dispiegarsi, insieme al sistema di regole che lo rendono possibile, lo definiscono e lo organizzano.

Esso è costituito dal set, dalle condizioni organizzative che regolano il “contratto terapeutico” e dalle regole rela­zio­na­li che mediano il rapporto tra il terapeuta e il paziente.

In particolare, il set rappresenta l’ambiente fisico e funzionale all’interno del quale si svolge il lavoro terapeutico. Le condizioni organizzative del “contratto terapeutico” riguardano la durata, i giorni e gli orari degli incontri, l’onorario del terapeuta e l’eventuale pagamento delle sedute saltate da parte del paziente e i tempi delle separazioni. Le regole relazionali che mediano il rapporto terapeuta-paziente sono volte invece a stabilire alcune coordinate del lavoro terapeutico quali l’as­senza di contatto fisico, l’assenza al di fuori della terapia di rapporti di tipo sociale, sentimentale o di affari.

Nella fase iniziale del percorso terapeutico il paziente può porre eventuali domande, chiarimenti o chiedere di poter modificare alcuni elementi dell’accordo.

Successivamente, dopo che questi elementi sono stati accettati dal paziente, l’assetto del setting va mantenuto stabile per tutta la durata della terapia. Ciò perché nella maggioranza dei casi l’attacco alla psicoterapia da parte del paziente si concretizza proprio in azioni rivolte verso il setting: ritardi, anticipi, sedute saltate, etc. La stabilità del setting garantisce al terapeuta di poter vedere, e di conseguenza interpretare, queste particolari forme di “resistenza”.

In questa prospettiva il setting può essere considerato come un contenitore mentale, un ambiente protetto all’interno del quale il disagio e i vissuti di dolore e di sofferenza del paziente possono trovare un possibile spazio di ascolto, condivisione, accoglienza ed, infine, di elaborazione.

Livelli di psicoterapia

La psicoterapia psicodinamica opera lungo un continuum che va dai trattamenti di tipo supportivo (psicoterapia di sostegno) ai trattamenti di tipo espressivo (psicoterapia psicoanalitica). Il ricorso a interventi più interpretativi o più supportivi dipende dai bisogni del paziente e dalle problematiche manifestate (Gabbard, 2010, 2015).

La strategia di intervento elettiva dell’approccio psicodinamico è l’interpretazione, uno strumento che permette al paziente, attraverso l’insight, di divenire consapevole di contenuti che si trovano al di fuori della sua conoscenza e di rendere conscio qualcosa che era stato confinato nell’inconscio.

L’interpretazione può anche essere rivolta al disvelamento delle resistenze e al riconoscimento degli specifici meccanismi difesa che il paziente può utilizzare per proteggersi da contenuti che possono minacciare la stabilità dell’Io.

A differenza di altre terapie nelle quali il terapeuta assume un ruolo più direttivo o segue uno schema predeterminato, nella psicoterapia psicodinamica il paziente viene incoraggiato a lasciare fluire liberamente i propri pensieri e a parlare di quanto gli viene in mente (regola delle libere associazioni).

È così che, dopo che si è instaurato con il terapeuta quel clima di accoglienza e di fiducia che permette un allentamento delle difese, egli può fare esperienza della possibilità di abbandonarsi e di dirigere la propria attenzione verso quelle aree della sua vita mentale all’interno delle quali albergano i desideri, le paure, le fantasie, i sogni più autentici e profondi.

Sempre secondo Gabbard, lungo il continuum che va dagli interventi più esplorativi a quelli più supportivi, altre importanti funzioni del terapeuta psicodinamico sono la chiarificazione (riassumere o riformulare le parole del paziente per trasmettere un aspetto coerente circa quanto viene comunicato al terapeuta), l’incoraggiamento all’elaborazione (richiesta di informazioni circa un argomento sollevato dal paziente e stimolazione a riportare senza censure e liberamente quanto passa per la mente), la validazione empatica (conferma al paziente che ha il diritto di provare certi sentimenti e ricerca di una sintonia empatica con il suo stato emotivo interno), la formulazione di consigli ed elogi (incoraggiamento ad intraprendere o mantenere una particolare linea d’azione e apprezzamento esplicito di specifici commenti e comportamenti del paziente) e la conferma (interventi semplici, brevi commenti o semplici interiezioni volti a incoraggiare il paziente nel proseguire nella direzione assunta).

Principali indicazioni terapeutiche

L’area d’interesse della psicoterapia psicodinamica è assai ampia e oltre a comprendere le proble­ma­tiche relazionali e familiari, il trattamento del disagio esistenziale e del disadattamento sociale, si occupa della psicopatologia nelle sue diverse forme.

In particolare essa risulta particolarmente efficace nel trattare e curare problematiche psicologiche in aree che vanno dai disturbi d’ansia, ai disturbi alimentari, alle difficoltà relazionali e di adattamento ai cambiamenti, ai disturbi del comportamento, all’elaborazione del lutto, ai disturbi dell’umore e della personalità, al disturbi ossessivo-compulsivo e fobico.

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